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back to marana

Semo tornati, dopo 20 mesi circa.
Poteva andare peggio.
Colgo l’occasione per ringraziare chi ha trattato bene ita28685, tenendola alta e facendo si che lo stato in cui l’abbiamo trovata non fosse proprio pietoso. Grazie di cuore.
Ecco alcuni scatti.

Ragnatele:

Grey tape morto e cotto:

Nido di Continua a leggere »

La scatola nera

Abbiamo recuperato la scatola nera di 110141, l’HC16 affittato per il raid des Corsaires.
Il 747 gps logger veniva inserito nelle 2-3 sacche stagne legate all’albero del catamarano qualche minuto prima di salpare, assieme alle chiavi della macchina.
ho sempre pensato che 3-4 strati di plastica non permettessero al logger di ricevere il segnale GPS ma invece così non è stato.
Due grandi tracciati, quello di sabato piu’ corto (solo la prima regata, 4 scuffie)

Tracciato giorno 1

il secondo piu’ lungo (7 ore di logging comprensivi di riconsegna della barca e mia passeggiata per andare a riprendere la macchina)

Tracciato giorno 2

15 miglia il primo percorso e
40 miglia il secondo.

Tracciato con scuffia

Il circoletto rosso del secondo tracciato mostra la scuffia. Passiamo da circa 13 nodi a 0.
Ecco il punto della scuffia più in analisi Continua a leggere »

Day 2. Survived

Sani e salvi.
Giornata decisamente più amabile, vuoi per la lauta colazione, vuoi perchè il mezzo nautico comincia a capire l’equipaggio (e non viceversa), vuoi perché con 15-20 nodi hai tempo anche di cazzare il cabajo, vuoi che in 4 ore una sola scuffia per noi é sarsiccia bretone che cola.
Tutti dicevano che ci sarebbe stato meno vento, e così é stato. Partiamo alle 11.40 dopo due false partenze dei F18 (si, capisco partire bene ma rischiare l’ocs per una regata di 4 ore a zigzagare tra le isole…)
Passiamo la boa di disimpegno dopo una bolina discreta e una partenza non proprio da buttare via. La pala dello scafo di dritta si sgancia spesso. Sarà un’agonia in tutta la regata. Spariamo il gennaker e giù a tuono direzione gran Be a tribordo. Scuffia, che te lo dico a fare, davanti alle webcam del sito. Da allora in poi ci siamo seduti in pratica sulle pale dei timoni per tenere le prue alzate. Ripartiamo per il cancello numero 1 mimetizzato tra le rocce. Il paesaggio é bellissimo, i forti, le mede in mattone, i fari, le boe con la campana che sbatte se ci sono le onde… Procediamo con il percorso, Lorenzo al trapezio legge le mappe e da le indicazioni, io ho lo sguardo incollato allo scafo sottovento, temo l’ingavonata… Un gommone assistenza ci fa le foto.
Passiamo il secondo cancello e comincia il rientro di bolina, tanto tempo ma per fortuna molto meno onda di ieri. Rientrati dopo diverse ore sotto saint malo, si chiude come al solito per la Tourelle di Laplatte. Ben 3 barche non l’hanno passata (e poi dicono di noi italiani…). Al traguardo sparano il colpo a salve… mancandoci. É finita….

Per noi é finita fino ad un certo punto! dal momento che dobbiamo riportare l’hobie alla spiaggia del Bon Secours. Dopo aver firmato il rientro, ripartiamo stravolti per l’ultima traversata mentre i primi 10 equipaggi fanno regate esibizione a pochi metri dalla spiaggia. Qui la vela é una festa gioiosa, tanta gente guarda le barche dalla spiaggia, molti ti applaudono anche se stai lì a spostare la barca.

La gente comincia a smobilitare…
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e noi per una volta in trasferta non devi rimontare la barca…
Perla trovata nel parcheggio da adottare subito per le trasferte in Italia: mezzi trasporto cavalli ad uso nautico:
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Oggi rientro, chiudiamo l’esperienza Raid con una serie di considerazioni:
– con tutto il vento che c’era rimane il dubbio di come trovare il tempo per mangiare i tramezzini’ il twister, il plumcake e la mela che l’organizzazione ci forniva ad inizio regata
– perchè se non ho mai fatto una regata in HC16 inizio in Francia con gennaker in un Raid,
– anche se fai un pessimo risultato c’e’ un gran rispetto sempre,
– peccato che in Italia non organizzino un eventone raid multi catamarano (non solo per F18), sarà perché non abbiamo isole?
– ci srsnno raid per i carri a vela?
– se chiedi se il ventone è quello che si incanala dalla manica e ti rispondono che è termica non ti stupire
– se il tu prodiere fa un disegnino sulla tovaglia di carta, non ti stupire se lo trovi affisso sulla vetrina del ristorante il giorno dopo:
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6 mesi fa.

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Day 1. Mais superb de quoi?

Diciamo che sono sceso in acqua solo perchè uno si fa centinaia di km e qualcosa deve pur fare. Vedere dei bretoni, degli inglesi e quelli della vicina normandia dire che c’è troppo vento mi ha come dire rincuorato.
Dopo il briefing con carta galattica
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Partiamo per la prima prova.
Abbiamo preparato le mappe dei percorsi stagnandole dentro le cartelline:
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La seconda prova come da programma doveva girare attorno alle isolette di cancale da dove si vede le mont saint michel ma la suddetta è stata dimezzata per impraticabilità di campo… Di regata. Ah noi la seconda prova manco ci abbiamo pensato a farla. Di tutti gli equipaggi solo 42 barche se la sono sentita. Diciamo che dopo 4 scuffie di cui 1 sottto jennaker ci siamo ritenuti soddisfatti…
Già perchè abbiamo anche osato tirare fuori il jen, cosa che ha confermato quello in cui non credevo: l’hc16 diventa molto piu’ stabile.
Io: “ok, ora dopo sud davier dobbiamo passare a destra il fort national e passare a sinistra dell’isola gran bez. Siamo di lasco, spara.”
Lorenzo scoppia a ridere poi dopo 2 secondi capisce che ero serio e dopo aver cercato invano di dissimulare la faccia ansiogena, spariamo. Grandissima velocità, prue più alzate, a volte saltiamo. Passiamo con un velo di ansia sopra una zona che in bassa marea è una strada che collega un’isola. Strambiamo e poi scuffione pochi minuti dopo. Partiamo poi di bolina di più di mezz’ora per la tourelle de la plàte, il mare aumenta, il vento che te lo dico a fare. Proviamo a virare, il trampolino prende vento e cadendo in acqua ho il tempo di vedere le prue dell’hobie proiettate verso il cielo. Tipo Mazzinga. Dopo quella non scuffieremo più.
Dopo la zona traguardo rientriamo non perché avevamo fracassato la trozza, ma perché eravamo noi ad essere fracassati.
Il rientro in spiaggia: ondone anche di 2 metri a favore, ventone oramai >25 kn a favore. Arriviamo a tuono e decidiamo di spiaggiare, al diavolo la prua al vento. Troviamo la trozza da cat assistance hobie, disarmiamo.
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Viste molte avarie; tra le altre un tornado ha centrifugato in scuffia la rotaia del fiocco autovirante, mitch booth ha rotto una deriva del suo F18, rande bucate, ecc.
Ho un taglio sulla stagna e 1 lt di acqua nella gamba sn. Domani muta.
Alle 19.30 cena.
Ah, siamo arrivati 88esimi (non alla cena dove in genere primeggiamo) e ci sono 31 barche dnf.
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Ecco le foto della cena (dove c’e’ toccato cantare assieme a mitch una canzone francese):
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Il titolo del post è la risposta a quello che il mio vicino di cena mi ha detto: domani il meteo serà superb…

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Bretagna

Giornata intensa, passata a fare la spola tra la spiaggia de bon secours (dove abbiamo affittato l’hobie) e la zona comitato (perfettamente agli antipodi).
Iscriviti alla regata da una parte, chiedi lo spi dall’altra, prendi gli adesivi e portali di là per attaccarli.
In poche ore ecco popolato uno dei 4 parcheggi con 40 barche.
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I catamarani sono infatti poco meno di 160. C’é anche Mitch Booth o come si scrive.
Siamo continuamente bloccati dalla gente che ci chiede se siamo noi gli italiani. Ci dicono che la televisione ci vuole intervistare. Il mio prodiere in visibilio pretende di fare l’intervista in inglese. Mi immagino una cosa del genere su rete capri…
Per (loro) fortuna la troupe non ci ha ancora trovati.
Alla fine é il momento di uscire. Il tizio che ci affitta la barca è preoccupato per il troppo vento. Noi pure. Usciamo e partiamo a cannone. La bassa marea ci ha sbarrato la via più breve e
ci costringe a doppiare due isolette per arrivare alla spiaggia del comitato di regata. 25 nodi ci diranno, so solo che ho cannato per 4 volte una virata e non ci vedo per gli spruzzi continui delle ondone. Sono tutti contenti che domenica avremo 3-4 nodi di meno. E sentire dei bretoni invocare meno vento è rende l’idea del delirio maschio.
Eccoci arrivati!
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I perfezionisti

Presto, dopo aver visitato la cattedrale, dobbiamo correre a saint malo, magari ci consegnano la barca e possiamo verificare allineamento scafi, regolazione timoni’ attrezzatura e magari anche un’uscitina di allenamento.
Ma a pochi km da saint malo eccoci fulminati dal non plus ultra in termini di allenamento: il carro a vela.
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Filiamo come dei razzi, le ruote senza parafanghi ci fanno un aerosol di sassi e sabbia.
Eccoci alla fine della sessione:
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(con la stessa faccia, senza casco, ci siamo presentati all’hotel ibis dove la signorina ha voluto conferma che volessimo i letti separati…)
Ah, tanto per cominciare con le avarie, ho bucato:
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Tappa di avvicinamento

Siamo preda di un agguato.
Baguette e formaggio. Ai piedi della cattedrale più volte dipinta da Monet. E noi irriverenti lì a mangiare.
Il raid des corsaires si preannuncia ad altissimo impatto emotivo.
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On the flight again…

Ore 06.00. Ciampino, aeroporto di.
Inbound Parigi. Ready to raid. Siamo preoccupati: le operazioni di check in sono filate via liscie come l’olio. Troppo liscie.
Intanto iniziamo il regime alimentare del bravo regatante.
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É uscito!

Questa mattina da Feltrinelli l’ho comprato!

Ecco le prime foto…

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Raid, ci siamo quasi.

Pare ci sia quasi tutto,
barca, iscrizione, alloggio, aereo, macchina.
l’autore del libro segnalato nell’ultimo post congiuntamente al sottoscritto sta per imbarcarsi in questa impresa delirante. Trattasi del Raid des Corsaires, Raid semi massacrante (no, non itinerante, c’ho un’età) di un paio di giorni a Saint Malo

Raid des Corsaires

Raid des Corsaires


Massimo 160 equipaggi, siamo gli unici italiani (ecco l’elenco degli altri esauriti).
Quest’anno si prova anche il venerdi.
La prova è importante se consideriamo che la mia Continua a leggere »